Distorsione di caviglia
Una distorsione di caviglia può variare da lieve a grave, a seconda dell’entità del danno subito dai legamenti.
Nel caso di una distorsione lieve con i legamenti stirati, ci può essere gonfiore e rigidità, ma si può camminare senza grande sforzo e dolore.
Una distorsione di media entità con sfilacciamento dei legamenti, può produrre lividi e gonfiore intorno alla caviglia; camminare può quindi risultare doloroso.
In casi gravi, con rottura di uno o più legamenti, la caviglia diventa instabile, molto gonfia e non si riesce a camminare a causa del dolore intenso e persistente.
Come si interviene?
Esiste un metodo conservativo basato sul protocollo R.I.C.E (Rest Ice Compression Elevation) composto da riposo, applicazioni di ghiaccio, fasciatura e appoggio della gamba su una superficie rialzata dal terreno.
Come interviene l’osteopata?
Esiste poi l’approccio osteopatico, che spesso include anche il precedente, e si basa sull’attenta valutazione della caviglia, l’analisi della postura e l’esecuzione di tecniche specifiche. Il trattamento è composto da una mobilizzazione passiva della caviglia, miglioramento del tono muscolare e dello stato tendineo, manipolazioni delle articolazioni ipomobili, miglioramento del gonfiore agendo sul drenaggio ed esercizi attivi eseguiti dal paziente (Porter, 2010).
Quali sono i tempi di recupero?
Ovviamente questi sono direttamente proporzionali all’entità del danno, ma si stima che per un danno lieve bastino poche settimane, mentre, per i casi gravi, si parla anche di mesi.
Grazie all’intervento osteopatico il tempo di recupero può essere notevolmente ridotto o dimezzato, consentendo anche la prevenzione di recidive e futuri infortuni (Plaza-Manzano et al., 2016).